Nucara a Radio2 L’Edera non si tocca “Berlusconi non può fare in Italia il Partito Repubblicano perché ci siamo già noi: dal 1895”. Francesco Nucara, è stato intervistato a Radio due mercoledì scorso, alla trasmissione “un giorno da pecora”, a proposito di una ipotesi, divenuta sempre più insistente nelle ultime settimane, della nascita di un “Partito Repubblicano” da opporre al partito democratico, sul modello statunitense. Il promotore ne sarebbe Silvio Berlusconi, convinto oramai che Forza Italia abbia concluso il suo ciclo. Per quanto la trasmissione radiofonica in questione segua la vita politica con un certo gusto paradossale, l’argomento è serio. Alla domanda se mai Berlusconi chiedesse di usare il simbolo del Pri, Nucara ha risposto che non sarebbe disposto a darglielo “nemmeno morto”. Tanto per essere chiari. Cosa completamente diversa, ovviamente, se mai Berlusconi volesse aderire al Pri. In questo caso basta fare domanda e la direzione del partito avrebbe il titolo di decidere se accettarla o meno. Non sono comunque pertinenti, abbiamo ascoltato anche quelle in altre trasmissioni, le illazioni per cui il partito democratico non si è chiamato socialista, ma un nuovo partito conservatore si potrebbe chiamare repubblicano. La sinistra non ha adottato il nome socialista, perché quel nome, lo disse D’Alema a Jospin nel 1996, era in Italia divenuto “impronunciabile”, dopo le vicende di tangentopoli e la criminalizzazione del Partito socialista italiano. La destra non può invece adottare il nome “repubblicano”, perché questo nome sotto il profilo storico non le appartiene. Il partito repubblicano italiano rappresenta un’esperienza originalissima, si rivolge al risorgimento, costituisce l’antifascismo, è protagonista delle ricostruzione e certo non può essere sclerotizzato in una collocazione politica pura e semplice, di destra o di sinistra che si voglie. Come diceva Ugo La Malfa, il Partito Repubblicano va “oltre”. Il Pri è sempre stato un partito di frontiera a cui ha aderito una minoranza della società italiana preoccupata di rinnovare e cambiare il Paese e questa precisa identità è stata mantenuta attraverso i suoi organismi che non si sono mai sciolti. Un altro “partito repubblicano”, magari sul modello conservatore statunitense, insieme ad un partito repubblicano italiano, originerebbe inevitabilmente una diatriba legale che sinceramente non consiglieremmo a nessuno. Roma, 7 maggio 2015 |